Linee guida ristorazione, parrucchieri, estetiste. Facciamo chiarezza.
- Studio Alessandra Balbo
- 18 mag 2020
- Tempo di lettura: 4 min
Leggevo un post su Facebook ieri, recitava più o meno "lunedì, quando vedrete qualcosa che non va in bar, ristoranti, parrucchiere... non indignatevi. Nessuno è perfetto"
Nessuno è perfetto, ma non vi è concesso sbagliare, né sottovalutare il tutto per ignoranza (intesa come colui che non sa) o per menefreghismo (inteso come "chi se ne frega, i soldi per sistemare tutto non li spendo").
Non vi è concesso perché se "sbagliate" qualcosa, il risultato sarà un nuovo lockdown.
Non vi è concesso perché se aprite senza adottare le opportune misure e siete soggetti a controllo, vi chiudono immediatamente l'attività "fino al ripristino delle condizioni di sicurezza".
Partiamo dal presupposto che non vi è stato dato il tempo materiale per adeguare le vostre attività. Le Regioni hanno deciso di contestare le linee guida dell'Inail perché troppo restrittive e hanno presentato le loro: esattamente uguali alle prime o di poco differenti, sicuramente meno chiare se non agli addetti ai lavori.
Ciò che le linee guida dimenticano di ricordare è che contrarre il virus in ambiente di lavoro può comportare il mancato rispetto delle norme anti infortunistiche, con conseguenti sanzioni amministrative e penali.
E' inoltre indispensabile che siano applicate tutte le misure previste dal Protocollo condiviso tra Governo e parti sociali allegato al DPCM del 26 aprile 2020.
Quanto sopra implica che le vostre aziende abbiano innanzitutto ottemperato a quanto previsto dalle normative in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (disponibili qui https://www.alessandrabalbo.com/sicurezza-lavoro).
Di seguito si dovrà procedere ad analizzare la realtà in oggetto e predisporre tutte le misure necessarie ad adeguare la vostra attività al Protocollo condiviso.
Non è sufficiente spostare tavoli o distribuire mascherine e asciugamani monouso. Le linee guida non sono la normativa, bensì delle buone prassi da seguire.
Tutte le misure messe in atto devono essere scritte, perché in fase di eventuale accertamento dovete dimostrare di aver applicato quanto previsto dal Protocollo.
Deve sostanzialmente essere applicato quello che il mio Studio ha definito "Piano di intervento CoVid-19", differente per ogni settore, pianificato con medici ed avvocati, al fine di tutelare sì la salute di dipendenti e clienti, ma anche il datore di lavoro in fase di sopralluogo delle autorità competenti.
Il Piano di intervento CoVid-19
Il tipo di attività determina le misure organizzative, ma tutti dovranno "certificare" l'adempimento alla normativa. Vediamo cosa è necessario "certificare".
Rilievo della temperatura e richiesta informazioni
Vi è concesso (e caldamente consigliato) rilevare la temperatura dei clienti. Dovete inoltre assicurarvi che il cliente non sia soggetto alla misura della quarantena, che non presenti sintomi influenzali o riconducibili al CoVid-19 e che non sia stato (per quanto di sua conoscenza) a contatto con persone positive al CoVid-19.
Quanto sopra indicato rientra del trattamento dei dati sensibili, è quindi essenziale predisporre una comunicazione che tuteli voi quali titolari, ma anche la privacy del cliente.
Il documento dovrà essere compilato e sottoscritto dal cliente. Sarà vostra cura conservarlo per 14 giorni.
Registrazione prenotazioni
Dovete tenere traccia degli accessi per 14 giorni.
In che modo? Predisponendo un "Registro degli accessi" sul quale i clienti indicheranno cognome, nome, indirizzo e recapito telefonico.
Deroga al distanziamento interpersonale (solo per il settore della ristorazione)
Per quanto concerne la ristorazione, le linee guida, in merito al distanziamento interpersonale di 1 metro tra clienti, riportano "ad eccezione delle persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggette al distanziamento interpersonale".
Significa che i nuclei familiari o i conviventi possono sedere a meno di 1 metro l'uno dall'altro.
Conoscete lo stato civile di tutti i vostri clienti? No.
Sarà quindi il caso di predisporre un'autocertificazione in cui il cliente dichiari che il gruppo non è soggetto al distanziamento interpersonale, scaricando il titolare da ogni responsabilità.
Sanificazione
Sono previste una serie di misure di pulizia e sanificazione, alcune delle quali da effettuarsi "dopo ogni cliente".
Tutte le misure di pulizia e sanificazione, che siano iniziali o periodiche, devono essere certificate indicando chi ha sanificato, in che modo e con quali prodotti.
Diventa necessario quindi predisporre un "Protocollo delle attività di pulizia e sanificazione" che indichi quali misure sono state previste, con quale cadenza e che riporti le schede compilabili atte a certificare l'avvenuta pulizia e sanificazione.
A tal proposito vi ricordo che le attività di pulizia e sanificazione possono essere effettuate anche autonomamente dall'azienda, non vi è alcun obbligo di rivolgersi ad una impresa di pulizia.
Informazione e formazione ai dipendenti
I vostri dipendenti devono essere opportunamente informati e formati sul rischio CoVid-19. Devono sapere perché si sanifica con l'ipoclorito di sodio e le soluzioni idroalcoliche.
Devono conoscere i metodi reali di trasmissione del virus.
Devono sapere quando possono indossare una mascherina chirurgica e quando una FFP2/FFP3.
E devono anche sapere come indossare e togliere correttamente guanti e mascherine.
No, non basta guardare la TV per sapere certe cose, i corsi di formazione devono essere erogati da docenti che abbiano determinati requisiti e conoscenze tecniche.
Informazione e formazione ai clienti
I clienti devono essere informati in merito alle misure adottate tramite "infografiche" collocate all'interno del locale.
Protocollo di sicurezza
Deve essere redatto (quindi SCRITTO) dai soggetti che compongono il "Comitato aziendale per l’applicazione e la verifica delle regole del protocollo di regolamentazione" (Datore di Lavoro, RSPP, RLS e Medico Competente).
Deve riportare tutte le misure organizzative e di prevenzione e protezione adottate dall'azienda.
E' il documento che certifica che avete ottemperato alla normativa vigente.
Tutto questo è un costo.
Un ennesimo costo dopo mesi di mancato guadagno. Nessuno lo mette in dubbio.
Ma queste sono le condizioni per ripartire.
Quindi la scelta da fare è una sola: predisporre le misure necessarie per permettere ai vostri clienti di tornare da voi in tutta sicurezza, oppure fare gli italiani medi che dicono "ma si, finché non mi controllano..."
Permettetemi una considerazione personale.
Dopo aver letto questo post l'ignoranza non è più concessa, subentra il menefreghismo.
A me non interessa che vi rivolgiate al mio Studio per adeguarvi, a me interessa che comprendiate la necessità di farlo, perché avete la responsabilità morale (e in alcuni casi penale) della salute dei vostri dipendenti e dei vostri clienti.

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